Macha Pokè Porta di Roma

Its in the mall so comfortable, ingredients are fresh but I dont like the fact the cut of tuna and salmon are so big and you dont eat with knife here and they dont put enough.

In una domenica di affollamento esagerato per il centro commerciale ci siamo trovati a mangiare qui perché non c'erano altre possibilità in giro.
Il locale è formato da un bancone con due ristretti spazi laterali che a malapena contengono i tavolini, senza uno spazio adeguato a fare scorrere i clienti e poco confortevole per i disabili.
Prezzi non economici - minimo dieci euro per la vaschetta piccola - e guardando il foglietto menù molti ingredienti sono sì compresi ma con differenza nel prezzo.
Il cibo non era male, cucinato correttamente, saporito ma ci si poteva aspettare di più.
Personale indaffarato a reggere l'urto dei troppi clienti, acqua in bottigliette appena ricaricata nel frigo e dunque quasi calda.
Per quello che abbiamo pagato in due non mi ritengo soddisfatto, forse in una giornata di calma piatta l' impressione sarebbe stata diversa.

Il pokè non è male, anche se risultava un po' insipido.
Gli spazi sono ristretti, si mangia gomito a gomito con i vicini.
Ad eccezione del vetro, non fanno però raccolta differenziata.
Inutile usare scodelle, bicchieri e posate compostabili, se poi i rifiuti vanno a finire tutti nel generico assieme a plastica e alluminio.
Un caso esemplare e sfacciato di green washing. In risposta alla replica: i cestini del centro commerciale sono differenziati.
Significa che loro non seguono le loro stesse policy? In ogni caso, le norme del Comune di Roma (quelle da rispettare) prevedono l'obbligo di fare la raccolta differenziata.
I materiali compostabili poi, se non gettati nell'umido, diventano rifiuti generici come tutti gli altri.
Quello che ho contestato è proprio il loro errato utilizzo, a dispetto dell'ambiente.

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